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LUDOVICO CAVALERI ‘PICTOR EXIMIO’ MORTO IN CUVIO IL 31 DICEMBRE 1941

LUDOVICO CAVALERI ‘PICTOR EXIMIO’ MORTO IN CUVIO IL 31 DICEMBRE 1941

Pagine ritrovate da Giorgio Roncari

   L’ultimo giorno dell’anno 1941, a Cuvio in una delle case che si affacciano in piazza IV Novembre, morì di polmonite Ludovico Cavaleri, un anziano milanese che, allo scoppio della guerra, assieme a moglie e famiglia, aveva preferito lasciare la città dove più critica era la situazione, per trovare rifugio in zone di campagna meno a rischio come la nostra dove, pure, era più possibile trovare cibo. L’episodio di per sé, oggi non dice nulla e già allora passò inosservato perché quasi nessuno conosceva questo vecchio e quei pochi che ora potrebbero ricordare sono anch’essi scomparsi.
 

Tutto trova senso però dalle qualità di Ludovico Cavaleri. Rinomato pittore nato a Milano il 15 novembre 1867, figlio di Antonio, medico chirurgo e di Felicita Cacciatori, discendente da una stirpe di artisti. Il nonno materno era il celebre scultore Benedetto Cacciatori che a Milano lavorò all’Arco della Pace, ai caselli di Porta Venezia, scolpì statue per il Duomo e ideò il monumento di Napoleone a Villa Cataldi di Marengo. Il bisnonno (suocero di Benedetto Cacciatori) era Camillo Pacetti, romano, anch’egli celebre scultore neoclassico e pittore, allievo del Canova, docente di scultura a Brera; fra le sue opere, quattro statue per la facciata del duomo di Milano e la direzione della decorazio-ne scultorea all'arco della Pace. Anche il fratello Vincenzo Pacetti col quale collaborò

Le biografie parlano di Ludovico come autodidatta  che  si  era  dato alla  pittura  dopo  aver  studiato medicina.  È assai probabile  però, e sarebbe strano il contrario visto quel po’ po’ d’avi nel suo lignaggio, che un’infarinatura artistica la ebbe in famiglia. Dotato naturalmente era in possesso di una pittura viva e di facile interpretazione che si rifaceva all’astrazione degli impressionisti lombardi di fine Ottocento. Dipingeva, con raffinate sfumature, esclusivamente paesaggi, e di particolare effetto erano le sue "marine".
 Usava colori "audaci" e "brillanti" stesi con pennellate a larghe chiazze di colori puri, tecnica che lo accomunava al veneziano Vittore Zanetti Zilla. Ebbe una buona fama e numerosi acquirenti: tra i suoi ammiratori e clienti, il Re d'Italia.


 Fu anche incisore partecipando alla mostra dell'incisione italiana nel 1915 assieme al grande architetto milanese Luca Beltrami, a Vittore Grubicy e a Giuseppe Mentessi. Fu pure miniaturista per libri e pubblicitario ideando manifesti per la Birra Poretti nel 1900 e 1915. Divenne professore onorario all'Accademia di belle Arti di Carrara e insegnò anche a Perugia. Partecipò a molte esposizioni italiane tra le quali ricordiamo solamente quella del 1912 a Milano con l’apprezzato "Tramonto" rilucente di luminosità. La Galleria Pesaro di Milano organizzò sue mostre personali nel 1918 (con lo scultore Achille Alberti) e successivamente nel 1935. Una mostra postuma di 46 opere, con catalogo, venne inaugurata nel 1946 dalla Galleria Ranzini a Milano.

 Sue opere sono conservate in vari musei e gallerie come al Museo Civico di Cremona, alla Galleria ‘Ricci Oddi’ di Piacenza, alla Galleria d’Arte ‘La Colomba di Lugano che ne ha compilato una breve biografia. A Ludovico Cavaleri, a riconoscimento della sua fama, la città di Milano intestò una via privata, una traversa che congiunge via Tonezza, con viale delle Legioni Romane, nelle vicinanze di piazza Giovanni dalle Bande Nere. Abbiamo voluto parlare di questo artista per il semplice fatto che viene ricordato come morto a Cento di Ferrara il 2 Gennaio 1942. E allora per rendere a Cesare ciò che è di Cesare e a Cuvio ciò che è di Cuvio, riportiamo quanto segnato nel Registro dei Morti del Comune di Cuvio (conservato a Cuveglio):
  “Ludovico Cavaleri fu Antonio e Cacciatori Felicita, morto a Cuvio il 31 – 12 – 1941 in Piazza IV Novembre. Residente Milano. Coniugato con Cucchiari Maria.

  Ancor più interessante è quanto il parroco di Cuvio del tempo, Don Ermanno Somaini, annotava sul registro dei morti, soprattutto nella riga delle osservazioni: 
     
“N. 569.1  Anno  D.ni milles. nongentesimo 41, mense Dicembri, die 31, hora 16 \ Ludovicus Cavaleri, fil  Antonii et  Felicitatis Cacciatori\ nat. die 15 mens XI anni 1867, in Paroecia  Mediolani, vel aetatis ____\ coniux Mariae Cucchiari  degens Mediolani \ in Comunione S.M. Ecclesiae animam Deo reddidit causa polmonite \ confessus SS. Viatico refectus et S. Olei Unctione roboratus. Ejus corpus, exequiis persolutis \ die 2 Januarii 1942 sepultum est in coemeterio Mediolani. = Observ. Pictor eximius ab anno 1940 hic rusticulabatur \ Subscriptio Parochi: Sac. Hermannus Somaini.”


 Si tratta di un latino molto comprensibile, ma per quelli che ugualmente traduciamo:
   “Il 31 dicembre 1941 alle ore 16, Ludovico Cavalieri di 74 anni, figlio di Antonio e Felicita Cacciatori, nato il 15 novembre 1867 a Milano, sposato con Maria Cucchiari dimorante a Milano; in Comunione con Santa Madre Chiesa, rende l’anima a Dio a causa di polmonite, confesso, confortato dai SS Sacramenti, corroborato dagli Oli Santi. I funerali sono avvenuti il 2 gennaio 1942 ed è stato sepolto nel cimitero di Milano. Osservazioni: Pittore esimio, dall’anno 1940 qui abitante in campagna. Sac. Ermanno Somaini”

È seppellito nel cimitero monumentale di Milano, (necropoli al n. 129, dietro all’ossario centrale) col nonno Cacciatori, i genitori, la moglie e altri membri della famiglia, tra cui la figlia morta a 104 anni nel 2005.
     

 L’errore di località della morte, secondo noi, si è ingenerato dall’errata lettura delle carte che seguivano la salma, sicuramente scritte da cattiva mano e interpretate da pessimo lettore e poi riportate da tutti i biografi. Noi, dietro suggerimento della signora Laura Fugazza, abbiamo solo voluto ripristinare la verità, rimettendo a posto un piccolo tassello di storia.
Su nostra segnalazione, case d’asta, gallerie e musei, si sono adeguati, Wikipedia compreso,     

giorgio.roncari@virgilio.it                     

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